Il divieto alla vendita, l’evoluzione dei divieti europei e le proposte sul tavolo
A partire dal 2016 il Consiglio e la Commissione Europea si sono impegnati attivamente per ridurre le fonti che contribuiscono all’inquinamento da microplastica e lo scarico di detriti di plastica di micro e macro dimensioni nell’ambiente marino. Con il passare degli anni il trend intrapreso ci ha accompagnati fino allo scenario attuale attraverso le tappe più significative che analizzeremo in questa prima parte. Nei successivi appuntamenti vedremo le conseguenze in termini di pro e contro delle soluzioni alternative e della necessaria riconversione industriale.
Cronistoria delle proposte in sede europea
Il 9 novembre 2017 la Commissione ha chiesto all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di preparare un fascicolo in vista di un’eventuale restrizione all’utilizzo dei polimeri sintetici insolubili in acqua al fine di limitare i rischi ambientali derivanti da tali particelle. Un anno dopo l’Agenzia ha espresso le seguenti conclusioni nel fascicolo: l’uso intenzionale di microparticelle polimeriche sintetiche rappresenta un pericolo per l’ambiente e non può essere più ignorato. Veniva poi proposto il divieto totale di immissione sul mercato per i settori e le applicazioni in cui le emissioni erano considerate inevitabili di qualsiasi polimero solido contenuto in microparticelle o microparticelle con un rivestimento di polimero solido. Si stima che tale misura comporterà una diminuzione delle emissioni di circa 500mila tonnellate di microplastiche nei prossimi 20 anni. Il fascicolo inoltre indicava in 5 mm il diametro limite per le microparticelle di polimeri sintetici. Il 3 giugno 2020 è stata la volta del parere del Comitato per la valutazione dei rischi (RAC), che concordava con le tesi precedenti, dichiarando una preferenza per il divieto di immissione sul mercato dopo un periodo transitorio rispetto a misure di gestione del rischio: queste infatti destavano preoccupazioni in relazione ad una difficoltà oggettiva nel controllo dell’attuazione delle procedure di contenimento. Il 10 dicembre 2020 il comitato per l’analisi socioeconomica dell’Agenzia (SEAC) ha concluso che la restrizione proposta è appropriata in virtù dei suoi benefici e costi socioeconomici: sebbene i costi per la gestione del rischio siano significativamente inferiori, il contenimento non eliminerebbe del tutto il rilascio nell’ambiente dall’intaso granulare sintetico utilizzato su superfici sportive sintetiche. Infine il 23 febbraio 2021 l’Agenzia ha presentato alla Commissione i pareri del RAC e del SEAC, chiedendo di considerare le opzioni di restrizione per il materiale di riempimento delle superfici sportive artificiali e l’esclusione dei polimeri senza atomi di carbonio proposta dal SEAC.
Il business dell’intaso in gomma
L’uso di gomma riciclata da Pneumatici Fuori Uso (PFU) come materiale da intaso nei campi da calcio in erba artificiale si è diffuso a partire dalla fine degli anni ’90, garantendo fin da subito ottime prestazioni con ogni variabile atmosferica e costi di gestione più ridotti rispetto all’erba naturale. Si calcola che in tutto il mondo vengano realizzati ogni anno diverse migliaia di campi da calcio a 11, 8, 5 in erba artificiale, il 90% dei quali con intaso in gomma riciclata da PFU: a tale scopo la richiesta globale di intaso si avvicina alle 600.000 tonnellate di gomma equivalente per anno (fonte: Ecopneus). L’Agenzia Europa ha stimato che il rilascio di microplastiche nell’ambiente proveniente dai campi di calcio si attesti tra 18mila e 72mila tonnellate annue.
La proposta di divieto
Non potranno essere immessi sul mercato intasi composti da polimeri sintetici come sostanze da sole o in miscele con concentrazione pari o superiore allo 0,01 % in peso 6 anni dopo la data di entrata in vigore del regolamento di modifica, il quale vieta la vendita di tale intaso ma non l’utilizzo di campi realizzati con intasi polimerici sintetici anche dopo il periodo di transizione. Sono esclusi dalla restrizione i polimeri naturali (non modificati chimicamente), biodegradabili, solubili e non contenenti carbonio. Presumibilmente entro qualche mese sarà approvato ed entrerà in vigore il regolamento di modifica, segnando una svolta epocale per l’industria dell’erba sintetica.